Siamo ancora all’inizio della Fase 2, ma ora più che mai la soglia di attenzione deve essere altissima. Grazie alla “libera” circolazione è sì possibile uscire di casa, ma la mascherina rimane d’uso obbligatorio in tutti i luoghi comuni e laddove non sia possibile mantenere le distanze, per cui è indispensabile.

Naturalmente sono svariate le situazioni in cui se ne può fare a meno ed altre in cui è assolutamente sconsigliata (sempre nei limiti della distanza), come per esempio durante l’attività sportiva. Durante la corsa o durante uno sforzo fisico, ma anche con il semplice utilizzo prolungato, aumenta il fabbisogno di ossigeno e contemporaneamente si elimina molta anidride carbonica (CO2) come scarto respiratorio; la mascherina trattiene molta della CO2 emessa che pertanto ritorna ai polmoni e di conseguenza nel circolo ematico.

Ma cosa succede ai capelli in carenza di ossigeno? Man mano che la saturazione dell’ossigeno diminuisce, si accumulano acido lattico (che distrugge le guaine che ancorano il capello al follicolo) e diminuisce la quantità di energia prodotta a livello cellulare per il corretto funzionamento delle cellule, dei tessuti, degli organi e naturalmente dei capelli.  Questa situazione si può complicare ancora di più nella donna, che a causa del ciclo mestruale, tende all’ anemia con ulteriore diminuzione di ferro e ossigeno nel sangue.

È possibile ovviare in parte ai danni da carenza di ossigeno con trattamenti specifici volti a ripristinare il corretto metabolismo cutaneo e follicolare ed evitare alterazioni che, se associate ad altre preesistenti, possono portare ad una caduta eccessiva e a diradamento. Una consulenza specialistica consente di valutare la situazione e realizzare un trattamento mirato e personalizzato.

 

Dottoressa Simona Bruni

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