Come si effettua l’esame?

Il test tricologico che utilizza la microscopia in luce polarizzata prevede l’estrazione con una pinza emostatica dai bordi arrotondati di un ciuffetto di 15-20 capelli da un punto preciso localizzato al centro della testa. Il prelievo non è doloroso, al massimo si avverte una sorta di pizzico.

I capelli vengono delicatamente estratti e sono generalmente completi di bulbo e guaina interna. L’estrazione non comporta la distruzione del follicolo né della papilla germinativa che nel giro di poco inizierà a produrre un nuovo capello.

I capelli estratti vengono posizionati su un vetrino portaoggetti sul quale è stato precedentemente versato lo specifico olio da immersione. Sul campione viene appoggiato un vetrino coprioggetto e il preparato può così essere osservato al microscopio in luce polarizzata.

Questo tipo di microscopio utilizza una fonte di luce polarizzata, caratterizzata da onde luminose che hanno lo stesso piano di vibrazione: quando la luce polarizzata attraversa il capello viene deviata restituendo immagini di colori diversi causati dal ritardo dell’ onda luminosa che ha attraversato il campione. In questo modo la qualità dell’immagine è molto più performante e indicativa della struttura e delle eventuali alterazioni del capello in toto rispetto alla microscopia in luce bianca.

 

Cosa si osserva durante il test?

L’osservazione del bulbo del capello consente di valutare i vari indici di vitalità del capello.
In primis è possibile valutare in quale fase del ciclo vitale si trova il capello osservato: il colore del bulbo varia in funzione dello stato vitale in cui si trova: fase anagen (fase di crescita), fase catagen (fase di riposo) fase telogen (fase di caduta).

Questo consente di effettuare il Tricogramma ovvero stimare la percentuale totale dei capelli nelle varie fasi: l’esito del Tricogramma è già di per sé indicativo delle cause che possono portare alla caduta dei capelli.
Inoltre è possibile osservare il cono di vitalità del capello ovvero la zona in cui le cellule della matrice si replicano e iniziano la cheratinizzazione. L’altezza del cono è direttamente proporzionale all’attività riproduttiva e alla durata della fase anagen del pelo e di conseguenza alla durata del ciclo vitale del capello.

Dalla misurazione della lunghezza delle guaine che rivestono la radice del capello è possibile stabilire la profondità del capello e stimarne i futuri cicli replicativi. L’ osservazione delle guaine permette inoltre di valutare eventuali alterazioni dovute ad eccesso di acido lattico e/o squalene tipiche di alcuni processi di caduta dei capelli.

Durante l’estrazione il capello può trascinare con sé tappi corneii o tappi sebacei, sempre indicativi di un’ alterazione dell’ equilibrio del cuoio capelluto.
E’ possibile inoltre misurare il diametro del bulbo, così come anche il diametro dello stelo grazie ad un micrometro posizionato nel microscopio.

L’osservazione dello stelo permette inoltre di differenziare un capello naturale da uno trattato chimicamente, e di valutare eventuali danni provocati dai trattamenti chimici o meccanici. L’osservazione dello stelo consente di valutare non solo alterazioni provocate dall’ esterno ma anche alterazioni intrinseche di carattere genetico.

Infine, l’osservazione della struttura del capello consente di valutare quelle che vengono definite “incidenze” (primarie o secondarie), che possono provocare alterazioni metaboliche e che se prolungate nel tempo possono peggiorare e addirittura provocare la caduta dei capelli.

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