Il ferro è un metallo presente in natura in svariate forme. Ha un ruolo importante nell’industria e nella tecnologia, ma è anche fondamentale per la sopravvivenza della quasi totalità degli organismi viventi.

È infatti presente in moltissime proteine. La più famosa è sicuramente l’emoglobina, una proteina presente nei globuli rossi in grado di legare l’ossigeno e trasportarlo ad organi e tessuti.

Ferro EME e non-EME.

Negli animali il ferro viene inglobato nel complesso EME, e proprio per questo di più facile assorbimento da parte dell’uomo rispetto al ferro non-EME presente invece nei vegetali. Da qui l’importanza di mangiare, ovviamente senza esagerare, carne, pesce, tuorlo d’uovo… Ma anche legumi, funghi, frutta secca e tofu tra i vegetali più ricchi di questo metallo. Il Ferro non-EME viene più facilmente assimilato in presenza di alimenti ricchi di vitamina C come pomodori, agrumi, kiwi, ecc…

Oltre che dagli alimenti, il ferro può essere assunto tramite integratori alimentari. In questi, è presente principalmente come Fumarato, Gluconato o Solfato, in associazione alle Vitamine C, B6, B12 e Acido Folico per ottimizzare l’assorbimento e la produzione di globuli rossi. Naturalmente è fondamentale assumere la corretta dose (che può variare in base al peso e all’età). Un’eccessiva assunzione, infatti, può causare scompensi importanti.

Il ferro all’interno del corpo umano.

Il ferro non può circolare liberamente nei fluidi corporei o nelle cellule, ma è sempre legato a specifiche proteine che ne controllano lo stato di ossidazione. La Ferritina è un complesso che si forma nelle cellule, in primis nelle cellule della mucosa intestinale dove appunto viene assorbito. Da qui viene poi liberato nel circolo ematico dove si lega alla Transferrina, una proteina prodotta principalmente dal fegato e deputata al suo trasporto nel sangue. Il Ferro legato alla Transferrina viene quindi ceduto alle cellule epatiche (ma anche muscolari scheletriche, della milza e del midollo osseo) dove viene accumulato in proteine come la Ferritina e l’Emosiderina (veri e propri depositi di ferro). Al momento del bisogno è da queste riserve che si attinge la quantità necessaria alla produzione di tutte quelle proteine che necessitano di atomi di ferro.

Ferro

Ferratina.

La Ferritina è un importante indicatore della quantità di ferro presente nel corpo umano. Un aumento della ferritina nel sangue è indicativo di stati infiammatori, alterazioni a carico del fegato, abuso di alcool e farmaci, neoplasie. Anche diete troppo ricche di carne, soprattutto carne rossa, possono determinarne un aumento significativo. Una sua diminuzione, invece, può indicare uno stato carenziale, dovuto ad anemia, malnutrizione, gravidanza, emorragie. Si verifica, ad esempio, in presenza di un ciclo mestruale molto abbondante o di interventi traumatici.

Transferrina.

A livello ematico, oltre a valutare le riserve di ferro tramite il dosaggio della Ferritina, è importante valutare anche la Transferrina. I suoi valori aumentano quando si ha carenza di ferro, come ad esempio durante la gravidanza o per l’uso della pillola anticoncezionale. Tendono invece a diminuire in presenza di terapie cortisoniche, malattie infiammatorie croniche, malattie del fegato, malnutrizione, ecc…

Integrazione quotidiana.

È importante sapere che attraverso il sudore, l’urina, le feci, le mestruazioni, ma anche durante l’allattamento, l’essere umano perde ferro quotidianamente (così come molte altre sostanze). Per questo motivo l’integrazione quotidiana attraverso l’alimentazione, o attraverso l’assunzione di integratori, è fondamentale per un corretto apporto.

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